martedì 14 maggio 2013

Il mostro e la luna

- Sono il più grande! Vedo tutti dall'alto, non ho rivali. - Il mostro pensava tra se. Infatti era il più alto, il più grosso, il più moderno di tutti i palazzi e soprattutto tra i più brutti che si potevano vedere a Torino. Persino la Mole Antonelliana, poco lontano, sembrava piccola a confronto del mostro. Illuminato, scintillante, nonostante fosse ancora in costruzione, svettava sopra i tetti con le gru attaccate a lui come lo sono i pesci pilota attaccati allo squalo balena. Guardava la Mole Antonelliana con la stessa superficialità annoiata di chi guarda un oggetto vecchio, che non serve più: da buttare. La Mole, come una signora d'altri tempi, con la gonna ampia fino a terra e il collo lungo, affusolato, estremamente elegante, rimaneva impassibile. Appassionata ed esperta di cinema e sempre pronta a condividere la sua conoscenza con tanti piccoli esserini dei quali brulicava la città, interessati al cinema o semplicemente desiderosi di condividere con lei un punto di vista particolare, di una Torino antica, fatta di tetti rossi e viali alberati, ai piedi di giganti dalle chiome bianche di neve.


Da qualche tempo si era accorta del mostro di cemento che stava crescendo, che diventava sempre più imponente, arrogante.
- Tutti gli occhi sono puntati su di me. Sarò più alto dei giganti all'orizzonte e della luna che ho già quasi raggiunto! Sarò io ad illuminare tutta la città! - Il pensiero del mostro prese forma e il vento di quella sera di primavera lo portò fino alla luna, la quale, osservando quel "coso" attraverso una fessura di luce come se fosse socchiusa da una palpebra, senza scomporsi troppo, disse: - Fottiti! -

Il dialogo tra i due continuò in modo poco interessante ed edificante, sopratutto per una anziana signora come la Mole Antonelliana, la quale prese a chiacchierare con la sua vecchia amica Superga riguardo le ultime novità di Torino, sapendo bene che prima o poi Superga avrebbe raccontato di quando un aereo prestante e audace, in una notte tempestosa, le fece visita in modo irruente e impetuoso con conseguenze disastrose. Fu un amore breve ma di una intensità inaudita. Ancora oggi se ne parla e gli esserini che percorrono in lungo e in largo la città come formiche in un formicaio, scalano la collina di Superga con un trenino ad ingranaggi al posto delle ruote (ribattezzato "Dentiera") per celebrare e ricordare quella notte.

Poco prima che Superga iniziasse a raccontare dell'aereo, alzò un dito la Torre Littoria perché voleva intervenire nel dialogo tra Superga e la Mole ma fu subito interrotta da una delle due Torri Palatine (due vecchiette gemelle con tanti di quegli acciacchi che non si capisce come facessero ancora a stare dritte) sbottando con una domanda che non avrebbe dovuto fare: - Superga, ho sentito che c'hai la dentiera! Come ti trovi? -.

Superga offesa, sia per la questione della dentiera che per essere stata interrotta proprio mentre stava per raccontare del suo amore d'altri tempi, incominciò a brontolare riguardo le buone maniere, ecc. La Mole tornò a occuparsi di cinema e la Torre Littoria, con il suo ditone bloccato a mezz'aria, tornò a riflettere su quanto era poco apprezzata e considerata da tutti che la vedevano, da sempre, un po' fuori luogo e contesto. La luna, nel frattempo, stava lasciando il posto al sole e il mostro, si rese conto che nessuno faceva caso a lui. Nessuno lo stava considerando nonostante la dimensione e l'altezza. Non faceva paura o invidia a nessuno. Solo quegli insignificanti esserini alzavano la testa andando avanti e indietro nei corsi e nei viali sotto di lui per guardalo. Crebbe ancora un po' ma rimase per sempre un blocco di cemento inutilmente grande, costoso e semplicemente brutto, senza fare paura o invidia a nessuno. Fu così che Torino continuò a vivere serenamente la propria vita, abitata da vecchie signore e moderne brutture e anche da quei piccoli, strani, insignificanti e brulicanti esserini.

4 commenti:

  1. bella eh!
    ma manca un pò di colore. Non so se riesco a spiegarmi....Torino è sì una vecchia signora però si sente solo il grigio, la polvere...mi sembra riduttivo...
    Ecco, ti dò questa parola per la prossima fiaba: RIDUTTIVO

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    1. Sfida accettata, vada per "riduttivo". Confesso una certa dose di caustico pessimismo nei confronti del moderno e del nuovo, condito con un grigiore cittadino che, ahimè, sento e vedo. Se vuoi bilanciare con ottimismo e positività, ti consiglio "Il mare e la terra": mi si sono cariati un paio di denti da cotanta dolcezza, dopo averla scritta.

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  2. fuffa! fuffa! aspettiamo the return of RIDUTTIVO!! :DDDDD
    happy postbirthday! :P

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  3. che poi questa del mostro e la luna è davvero la mia preferita finora...sarà perchè anche io lo vedo da casa! :)

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Se vuoi scrivi una parola e io proverò a trasformarla in fiaba.