martedì 16 aprile 2013

Democrazia

C'era una volta un mondo (forse sarebbe meglio dire ci sarà un tempo) nel quale si viveva sempre peggio: troppe città, troppe auto, pochi bambini felici, troppi vecchi musoni, pochi alberi e giardini, troppe fabbriche, pochi divertimenti, troppa scuola, troppi impegni.
A quel tempo il mondo era alquanto strano, c'erano tantissime automobili che viaggiavano in tutte le direzioni con pochissime persone a bordo e altrettante vetture che ogni giorno rimanevano parcheggiate inutilizzate. Invece di costruirne meno, inventarono delle macchine volanti per riempire oltre la terra, il cielo. Non era permesso volare oltre i tetti delle case: era vietato! I prati erano curati e belli ma non si potevano calpestare: vietato! Non si poteva regalare niente a nessuno: si doveva comprare o vendere tutto e nessuno aveva capito bene perché, era semplicemente vietato. Questo sistema qualcuno lo chiamava: "Economia" e bastavano alcune parole pronunciate da un signore in giacca e cravatta, per fare sparire un piatto di riso da sotto il naso di un bambino dalla parte opposta del mondo. Probabilmente si trattava di magia, non a caso quei signori li chiamavano maghi della finanza.

Il mondo era governato da un corvo nero che volava più alto di chiunque, semplicemente perché era vietato volare più in alto di lui. Si esprimeva come tutti i corvi: "cra cra cra". Molti si chiedevano perché fosse lui a governare e perché non si potesse volare più in alto di lui e anche Damiano se lo chiedeva. Damiano (gli amici lo chiamavano Demo) era un ragazzino stufo marcio di non poter correre sui prati e volare sopra i tetti delle case. Un giorno decise di rubare una macchina volante (rubare era consentito) e si librò nell'aria alzandosi da terra, sempre di più, fino ad arrivare in prossimità del tetto di una casa piuttosto alta, ma a lui non bastava. Si diresse con la macchina volante verso una casa ancora più alta, ma a lui non bastava. Cercò con lo sguardo un grattacelo, lo raggiunse volando sempre più in alto e con il cuore che batteva sempre più forte, ma a lui non bastava. Fu un attimo, ma fu sufficiente per cambiare la vita di Demo e non solo la sua. Accelerò al massimo la macchina volante, puntando semplicemente verso il cielo. Non sapeva bene dove andare, sicuramente lontano da lì. Un'altra cosa che non sapeva era di avere con se un passeggero nascosto, un clandestino: la zia del corvo nero, la quale non so come e non so perché, si trovava a bordo della macchina volante quando il coraggioso Demo la rubò. Non ci si deve stupire molto del fatto che parenti e amici del corvo nero si trovassero nei posti e nelle situazioni più disparate senza motivo e apparente giustificazione. In ogni caso Demo non poté fare più nulla quando la macchina volante, spinta da una forza più grande di qualsiasi motore (un giorno l'avrebbero chiamata "libertà") schizzò in alto oltre i tetti, lontano dai palazzi, dalle nuvole, dal cielo e da quel mondo verso chissà dove.

"Chissadove" era il nome di un pianeta piuttosto lontano dal nostro mondo e abitato da strani personaggi con due gambe, quattro braccia, otto occhi e una manciata di orecchie. Se non avessero avuto "solo" due gambe come noi, non si sarebbe capito in che direzione andassero. Invece sapevano benissimo in che direzione andare, con tutti quegli occhi e quelle orecchie, osservavano ogni cosa attorno a loro e ascoltavano qualsiasi discorso arrivasse alle loro tante orecchie. Le quattro braccia servivano per abbracciare chiunque incontravano sul proprio cammino ma anche tutti quelli che lasciavano dietro di loro. Osservavano, ascoltavano, camminavano e abbracciavano. Non avevano divieti e riuscivano a vivere felicemente.

Demo e la zia del corvo nero atterrarono su Chissadove e subito vennero abbracciati da quegli strani abitanti. Furono accolti come se fossero le personalità più importanti di tutto il pianeta, semplicemente perché erano diversi da loro e bisognosi di ospitalità. Demo si presentò. La zia del corvo nero disse semplicemente: "Cra" ed entrambi vennero accolti e ospitati a Chissadove. In loro onore cambiarono il nome del pianeta in: "Demo-Cra-Zia" per celebrare il coraggio di chi si era conquistato la propria libertà. Demo fu il primo di altre persone che, come lui, avevano voglia di volare in alto. Democrazia continuò ad essere un mondo piuttosto lontano dal nostro ma non così lontano da non poter essere raggiunto e fu così che quasi tutti vissero felici e contenti.

2 commenti:

  1. Stufi marci di tutto il mondo, uniamoci?

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    1. Unirsi non è facile ma si può fare. Volare alto è impresa più complicata.

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Se vuoi scrivi una parola e io proverò a trasformarla in fiaba.