giovedì 15 maggio 2014

L'arte dei sogni

- Sbloccati! Urlò Tazio Paracarro a Carlo.
Detto da lui suonava alquanto strano conoscendo Tazio, fermo che più fermo non si può, lì piantato per terra inamovibile. Tazio Paracarro era stato creato da Carlo e quando l'aveva immaginato, lo aveva pensato proprio così, fermo e immobile di fronte a qualsiasi cambiamento, a qualsiasi passaggio di cose o persone.


Carlo, senza sapere perché e per come, si era ritrovato "artista". Dal vocabolario: "chi opera nel campo dell'arte come creatore o come interprete". Senza dubbio lui è un creatore perché non ha la più pallida idea di cosa sia l'arte, quindi non saprebbe certo interpretarne forme e concetti. D'altra parte, Tazio Paracarro è indubbiamente un'opera d'arte: nessuno ne sentiva la necessità ma eccolo lì; tutti lo osservano anche solo per capire il motivo della sua esistenza ma nessuno sa attribuirne un significato e tutti ne parlano. Così come Rosmunda Mutanda, timida e poco appariscente ma allo stesso tempo così intrigante e maliziosa. Al contrario di Tazio, una bandierina al vento, un panno appeso al filo del bucato, sempre a seguire il vento, le mode, le tendenze, la convenienza. Nessuna convinzione personale, opinione irremovibile.

Carlo stava soffrendo di quel male di cui molti artisti soffrono: "il blocco creativo", che tradotto significa che non produceva nulla di interessante.. che lo interessasse. E dire che la sua produzione è sempre stata notevole, a partire da Ramato Brunetta, che sarebbe dovuta essere una splendida ragazza dai capelli scuri con riflessi ramati e in realtà gli è uscito una nano deforme e antipatico come una merda, ma era il primo, non aveva ancora molta esperienza. Poi ci fu la fase di sperimentazione pura con Peppe Trillo: tentativo di rivoluzionare il vecchio concetto di "bene comune" svegliando le coscienze delle persone come solo il trillo di una sveglia saprebbe fare o come un acuto di una tromba che suona la carica. Anche in questo caso il risultato fu un po' deludente perché gli uscì una sorta di gnomo barbuto urlante e fastidioso per alcuni e totalmente inutile ai molti.

Ora però non riusciva ad immaginare più nulla. Tazio Paracarro ne aveva un gran bisogno che Carlo creasse qualcuno che gli potesse passare davanti, fosse anche solo un cane che gli pisciasse addosso per sentire un po' di calore. Lui sempre lì fermo, piantato sulle proprie convinzioni, ora vacillava, aveva paura semplicemente di rimanere da solo.
- Sbloccati Carlo! Fai qualche cosa! Scendi dal letto! Vieni a fare colazione che è tardi! ...

- Cavolo! Ma che sogno ho fatto?!
Carlo pensava mentre a fatica e barcollando stava entrando in cucina.
- Se non ti muovi farai tardi a scuola! - Sua madre con un bacio ad accoglierlo in cucina mentre la voce dalla radio commentava di quanto l'Italia fosse bloccata dalla crisi.
- Mamma, pensavo che da grande potrei fare l'artista.
- Mi sa che se andiamo avanti così, non ti rimane molto altro da fare, sentita la radio? Qui è tutto fermo, immobile.
- Come Tazio Paracarro... - dice Carlo osservando la superficie del caffè e latte.
- Come chi? - chiede la mamma di Carlo.
- No, nessuno.. Ciao ma', vado a scuola.

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